SARÀ UNO SCRITTO

Sarà uno scritto, non d’amore, non d’amicizia, non di solidarietà, né di compassione.
Sarà una circostanza, lunga un mese, senza un inizio e senza una fine, senza uno svolgimento regolare, cronologico né sostanziale.
Sarà paradossale e surreale.
Sarà un quadro di Dalì, mentre Gala scrive.
Sarà il suono di una melodia al pianoforte, mentre bolle l’acqua della pasta.
Sarà il profumo di un foulard, mentre si butta via la spazzatura.
Sarà il sesso più travolgente, mentre due sconosciuti si osservano, al bancone di un bar.
Sarà un addio infinito, mentre si riempie un vaso di vetro con lo zucchero.
Sarà la rivelazione della precarietà in una circostanza fulminea, mentre si scopre l’autenticità di un singolo uomo.
Ma non sarà uno scritto coerente. Non sarà un pezzo meritevole di pubblicazione né di attenzione.
Sarà una profonda sensazione umana di un essere disumanizzato e contaminato. Sarò io nel non essere collettivo, che non racconta.
Sarà la pioggia mentre il cielo combatte per riavere il sole e toccare la luna, giocando con le stelle, mentre il mondo fa il conto delle sue ore.
Sarà la solitudine che si prova mentre si mangia uno yogurt e si ascolta la radio.
Sarà la malinconia di un ricordo mentre squilla il telefono.
Sarà il rumore di un treno che parte mentre si compra un biglietto di andata e ritorno.
Sarà la corsa in libreria per comprare quel libro, mentre si buttano via gli ultimi pezzi di un trasloco.
Non sarà d’amore, né di amicizia.
Non sarà il sesso né la comprensione.
Sarà il tutto e il niente, nel desiderio di avere quello che non si ha avuto, mentre si sorride assaporando l’assenza di uno sfioro, ancora più passionale e travolgente che nella concretezza.
Non sarà immaginazione né fantasia. Sarà tutto vero e accaduto. Sarà tutto vissuto e provato.
Ma non sarà coerente, né comprensibile, né decifrabile. Non sarà riproducibile. E non si potrà rivivere.
Non sarà concluso, né iniziato. Non ci saranno virgole corrette né punti esclamativi al posto giusto.
Non ci sarà un posto giusto né un momento giusto.
Ci saranno due foglie d’erba mentre un osso di seppia tocca le rive, svelando la semplicità di tutto questo scritto, talmente puro da non poter essere compreso, mentre tutto, ancora, cambia.

Francesca Schillaci

DIZIONARIO SUI MASSIMI SISTEMI


A
Abbr.: abbreviato, abbreviazione.
Accento: sempre meglio quello straniero.
Al di là di (al di qua di): francesismo, molto meglio di là da (di qua da); es: “Sono stato di là da quella catena di monti”.
Anonimo: scritto, pittore medievale, Jack lo Squartatore; anche per ragioni di privacy. Ha sempre il diritto di rivelarsi.

B
Beethoven (Ludwig van): rammentare quando si è alla ricerca di argomenti importanti; es: “Datemi un tema, datemi un tema!”.

C
Caffè: frequentare solo quelli storici (meglio se letterari) con atteggiamenti da intellettuali engagé.
Costì (o costà): dire sempre: “Verremo costì al più presto”; oppure: “Non vedo l’ora di tornare costà!”.

D
Dire: seconda coniugazione (ancora per quanto?).
Dizionario: l’arte di assegnare il nome a qualcosa.
Dolcevita (o collo alto): capo di abbigliamento preferito dagli esistenzialisti, da Marguerite Duras, da Michel Foucault.

E
Ecc. (etc.): abbreviazione di eccetera, eccetera eccetera, e cosi via, e via dicendo, e via di questo passo.

F
Factotum: (dal lat. fac, fai e totum, tutto) tuttofare; utopia nata intorno al XVIII secolo. Dire: “Chi fa da sé fa per tre” (saggezza popolare). (Vedi anche Jolly).
Fine secolo (o fin de siècle): eterno ritorno.

G
Gialli (romanzi): l'assassino è sempre il maggiordomo.
Giglio della Madonna (anche Giglio di san Luigi o Giglio di sant'Antonio): fiore dalle corolle lattee e profumate. Parlarne utilizzando il nome latino, es: “Che bel Lilium candidum”. Non portarlo mai all'occhiello.

H
Hotel: sceglierne sempre di migliori al minor prezzo; dirne sempre: “Comodo e confortevole”. I dandy metropolitani ne citano il Beat di Parigi e il Chelsea di New York; l'alta borghesia preferisce villeggiare nei cottage.

I
Istrice: (Hystrix cristata, cit. Linnaeus, 1758): porcospino; di uso comune dire: “Chiudersi a riccio”.

J
Jolly (o Joker): carta sempre vincente, asso di briscola, averne sempre uno nella manica. Amleto: “Essere pronti è tutto”. (Vedi anche factotum).

K
Kafkiano: limbo, incubo, parola che non esiste. “Trovarsi in una situazione kafkiana”, nessuno ne capisce il significato, ma tutti annuiscono.

L
Liquore: soluzione alcolica zuccherina molto amata da Hemingway, Thomas, Carver etc. (Vedi anche spirito).

M
Madeleine: delizioso dolcetto, da assaporare intinto nel tè. Mai degustarlo in compagnia di un tale Marcel Proust.
Mitteleuropa (o Cacanie): mai esistita.

N
Nietzsche: “tutti i nomi della storia”; l'Anticristo; l'uccisore di Dio. Leggere di lui solo i “bigliettini della follia”.

O
Oblomov (Ilia Ilic): snob fatalista, nichilista radicale, pigro risoluto. Anche sinonimo di: “non portare nulla a termine”. Esclamare con ammirazione: “Ha viaggiato molto nei suoi lunghi sonni”.
Oltralpe (essere di): l'Italia per la Francia; la Francia per l'Italia.
Ossimoro: unica parola di senso compiuto.

P
Parlare: citare sempre all'impronta Wittgenstein: “Si può parlare solo di ciò di cui si è certi”; o giù di lì.
Premio: disprezzarli, ma fare di tutto per riceverli.

Q
Q: Si pronuncia come una c gutturale; dal destino segnato, obbligata a stare davanti a una u seguita da vocale.

R
Racine (Jean): gianseista; parlarne sempre con accademico rispetto. Proporre solo interpretazioni freudiane della Phédre. Nel parlare di, citare Flaubert: “Coquin!”.

S
Snob: sine nobilitate; atteggiarsi a.
Spirito: pensare allo spirito celeste, spirito del male, spirito di corpo, spirito di legno, spirito di parte, spirito di sacrificio, spirito di vino. (Vedi anche liquore).
Stile: questione etica.

T
Tautologia: è una tautologia.

Topolino: divinità pagana; c'è il suo zampino ovunque; prezzemolo.

U
Ultra: iper, extra, macro, maxi, super super, stra.

V
Voodoo: sinonimo hoodooism (caduto in disuso); Dire: “Fare una macumba”.

W
Watt: (simbolo W) unità di misura della potenza. Equivale a 1 joule al secondo; di uso comune tra i giovani dire: “Dare due watt”.

X
Xilofono: (dal gr. xilon, legno e phone, suono) utilizzato da Saint-Saëns per riprodurre lo scricchio degli scheletri nella Danza macabra.

Y
Ypsilon: è la ventesima lettera dell'alfabeto greco; pronunciarla con suono gutturale.

Z
Zorro: Robin Hood dai tratti ispanici; idealista. Ripetere: “Fare la z di...”.


Domenico Policarpo