COROT IN MOSTRA A VERONA

Il Palazzo della Gran Guardia di Verona ospita fino al 7 marzo 2010 la mostra Corot e l’arte moderna. Souvenirs et Impressions, prima tappa della collaborazione istituita dal Comune di Verona con il Musée du Louvre, con l’intento di avvicinare più pubblico, specialmente giovane, all’arte e alla cultura. L’esposizione raccoglie circa cento opere provenienti dai musei francesi del Louvre, dell’Orsay e del Marmottan, oltre che da altri musei internazionali, in un percorso espositivo che, a partire da Poussin e dai grandi maestri francesi paesaggisti del XVII secolo giunge addirittura fino a Picasso. La scelta dei dipinti, che possono essere ricondotti ad un arco temporale che attraversa ben quattro secoli, è giustificata pienamente dalla definizione che più si addice a Corot: “L’ultimo dei classici e il primo dei moderni”. Dopo una sezione introduttiva che permette di immergersi immediatamente nel paesaggio, che, inteso come genere, diventa autonomo a partire dal Seicento (con opere di Carracci, di Poussin e di Lorrain), le due sezioni successive sono infatti dedicate a un duplice confronto. Camille Corot (1796-1875), in qualità di ultimo artista classico, riprende i principi estetici tipici seicenteschi, secondo i quali la natura, in quello che viene definito “paesaggio storico” (apprezzabili in particolare Omero e i pastori, 1845 e Democrito e gli Abderiti, 1841), assumeva un’importanza pari a quella del racconto in essa contenuta. Possiamo quindi ammirare, nella seconda sezione, in un susseguirsi di associazioni di idee e di tematiche, dipinti di Etna-Achille Michallon, maestro del Neoclassicismo, di Nicolas Poussin (Paesaggio con Orfeo e Euridice, 1650) e Pierre-Henri de Valenciennes (Biblis trasformata in fonte, 1792). Questi ultimi ci aiutano a comprendere come e grazie a quale percorso Corot sia giunto a definire la sua arte a tal punto da poter essere considerato il più grande interprete della pittura di paesaggio ottocentesco. A questo proposito è da notare quale sia una delle maggiori fonti di ispirazione del maestro francese: i viaggi in Italia (dal 1825 al 1828 e nel 1834 e 1843), grazie ai quali matura la sua concezione della luce e dei colori. Procedendo, nella terza sezione, notiamo come l’arte di Corot si evolva pian piano: la natura non è più rappresentata solo “in quanto tale” ma, indagata nei suoi movimenti e nelle sue vibrazioni, diventa veicolo di emozioni. Dice lo stesso Corot: “Pur cercando l’imitazione coscienziosa, non perdo neppure per un istante l’emozione che mi ha suscitato. Il reale è una parte dell’arte. Il sentimento la completa”. L’ultimo dei classici è diventato anche il primo tra i moderni: attraverso due direttive, la rappresentazione della natura e lo studio della figura umana (Giovane italiano seduto, 1825-1827), è riuscito ad anticipare l’evoluzione della pittura che si compirà pienamente soltanto a cavallo tra XIX e XX secolo. I dipinti di Corot finiscono per influenzare infatti i fauves, gli impressionisti, i cubisti e l’arte astratta, come dimostrano gli intelligenti accostamenti tra le opere di Corot e quelle di artisti quali Claude Monet (La riva della Senna. Primavera attaverso i rami, 1878), Maurice Denis (La Vasca di Villa Medici, la sera, 1928), André Derain (La tazza di tè, 1935), Henri Matisse (Donna col mandolino, 1921-1922), Alfred Sisley (Il bosco delle rocce. Veneux-Nadon, 1880), Paul Signac (Il Pont des Arts, 1928), Paul Cézanne (Alberi e case, 1885), Piet Mondrian (Salice sospeso sull’acqua davanti a una fattoria e una chiesa, 1905), Georges Braque (Donna col mandolino, studio libero derivato da Corot, 1922-1923) e Pablo Picasso (Nudo a mezzobusto, 1923). La mostra, che è curata da Vincent Pomarède, il direttore del Dipartimento di Pittura del Musée du Louvre, e che mette bene in rilievo, attraverso il suo percorso, l’importante ruolo assunto da Corot quale ponte di passaggio dalla tradizione alla modernità, dal passato al futuro, merita decisamente una visita.
Dal 6 Marzo al 29 Giugno 2010 è possibile ammirare la mostra Da Corot a Monet. La sinfonia della Natura presso il Complesso del Vittoriano di Roma.

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