TRIESTE E L'EVENTO INTERNAZIONALE DEL CINEMA DI FANTASCIENZA

In via san Nicolò passeggiava con noncuranza un gruppo di jedi. Al Caffè Tommaseo decine di giornalisti vestivano borsette di tela da cui sbucavano poster con uomini-pesce, mentre in Piazza Unità poteva da un momento all’altro fare la sua comparsa Christopher Lee. Cos’è successo a Trieste dal 22 al 28 novembre 2009? La risposta si poteva trovare al Cinecity, che in quei giorni ha ospitato uno dei più importanti Festival del cinema di Fantascienza a livello europeo:Science+Fiction. È un evento che accoglie sia pietre miliari del cinema sia giovani registi che si contendono i premi di critica e pubblico. La Cappella Underground, storica associazione triestina per la ricerca cinematografica (che si trova vicino a tutte le nostre sedi di Facoltà), nel 2000 ha deciso di riprendere l’organizzazione di quest’evento e dal 2002, in collaborazione con la rivista Urania, di premiare ogni anno la carriera di una personalità fondamentale per il cinema di fantascienza. Del premio 2009 sono stati omaggiati due personaggi: il grande attore Christopher Lee e il regista poliedrico Roger Corman. Nella prima giornata del Festival hanno suonato dal vivo i Massimo Volume, gruppo della scena underground italiana che ha musicato il film muto Il crollo di Casa Usher di Jean Epstein. Con martedì invece è iniziata la proiezione dei “neon”, pellicole di giovani proposte della fantascienza cinematografica che per tutta la settimana si sono contese il premio Asteroide, vinto infine dalla prima coproduzione animata russo-nipponica della storia: First Squad: The Moment of Truth. Si tratta di un film ambientato nella Seconda Guerra Mondiale, dove una giovane veggente è in grado di prevedere il momento in cui qualcuno cambia le sorti di una battaglia: grazie a questo aiuta un gruppo di ragazzini dell’Armata Rossa a combattere contro i nazisti. Il pubblico invece ha premiato il più leggero Timer, una commedia sentimentale che di fantascientifico ha solo l’idea, però si distingue grazie ad una buona regia. La trovata è quella di un futuro vicino al nostro in cui tutti possono farsi installare un aggeggio sul polso in grado di accendersi ventiquattro ore prima dell’incontro con l’anima gemella: questo genera in alcuni personaggi un’estrema razionalizzazione dei sentimenti. Ma la regista non si sbilancia in facili moralismi, limitandosi a descrivere l’intreccio dai diversi punti di vista, e obbligando il pubblico a rifletterci da solo. Poteva capitare, durante le proiezioni, di sedersi accanto a giovani registi di tutte le nazionalità, spesso sconosciuti ed emozionati, o a qualche personalità della giuria, composta da critici, fumettisti, registi e scrittori tra cui Antonio Serra, Gilles Esposito e Bruce Sterling. Tra i personaggi “in vista” che si potevano incontrare al Cinecity c’era anche Federico Zampaglione, premiato per il suo thriller-horror Shadow, già molto apprezzato dalla critica in Inghilterra e in Catalogna. Diversi scettici sono rimasti sorpresi dal talento del frontman dei Tiromancino, nome che associato all’horror avrebbe potuto destare qualche perplessità. Invece il pubblico di Science+Fiction, assistendo alla première nazionale, si è trovato davanti un film pulito ed equilibrato ma allo stesso tempo onirico e disturbante, ben diretto, con rimandi a Lamberto Bava e Dario Argento. Quello che ha stupito di più la sala è stata la forte tematica sociale, insolita per il genere, e l’ottima scelta del cast: l’unico attore presente in sala, che interpretava l’antagonista, è stato coperto di applausi. Un altro film che usa gli strumenti del fantastico per parlare di problemi sociali è stato The Age of stupid, documentario proiettato in collaborazione con LaREA – ARPA FVG, che affronta temi scomodi come l’inquinamento e il riscaldamento globale. Oltre alle proiezioni cinematografiche, il festival ha ospitato le conferenze Art&Scienza in collaborazione con la SISSA, dove si è parlato del connubio tra scienza e fantascienza. Tra gli altri incontri, Bruce Sterling ha parlato di scienza e tecnologia nella fantascienza cyberpunk e Paolo Attivissimo ha smontato, come spesso fa con le bufale delle “catene” online, la tesi di chi sostiene che l’uomo non abbia mai realmente messo piede sulla luna. Quest’anno il satellite più caro all’uomo e alla fantascienza festeggiava i quarant’anni dall’incontro con i primi astronauti: per celebrare quest’evento a conclusione del festival è stata proiettata l’attesissima anteprima del film Moon di Duncan Jones. Dopo la proiezione, in camera ho appeso il manifesto di Science+Fiction 2009. La luna mi osserverà fino al prossimo festival.

Alessia Dagri

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