HARTERA MUSIC FESTIVAL 2010 10.-12.06.

Giunto alla quinta edizione, l’Hartera Music Festival di Fiume (Rijeka), Croazia, quest’anno ha voluto fare le cose in grande: tre giorni di musica, da giovedì a sabato, tanti artisti nazionali e internazionali, tra i quali nomi di spicco della scena elettronica e rock.
Nato con l’intento di portare all’attenzione pubblica l’idea che uno spazio in disuso e costituito da vecchi edifici facenti parte dell’ex fabbrica della carta potesse essere riadattato e riutilizzato per fini culturali, musicali e artistici, ora il festival è diventato uno degli eventi musicali più importanti della Croazia. Il festival non è solo musica, ma anche allestimenti, decorazioni e una serie di attività sussidiarie agli eventi musicali, in modo tale da poter intrattenere al meglio gli ospiti; oggi l’Hartera è un festival di tre giorni, con quattro stage, e più di 50 artisti inseriti in una cornice unica, l’ex complesso della fabbrica della carta: hangar, casermoni, gallerie, stradine, palazzine in disuso, situate sulla riva del fiume Fiumera (Riječina) e ai piedi del colle di Trsatto (Trsat) che danno l’impressione di staccarsi dal contesto urbano e formare una parte a se stante.
La serata inaugurale del festival è soltanto un assaggio dell’evento vero e proprio: l’ospite principale è la Young Brass Band, gruppo jazz sperimentale americano che viene inserita in un contesto che prevede esibizioni di artisti e performers locali ed internazionali.
Il giorno seguente propone già numerosi ospiti, che si dividono sui quattro stage previsti dal festival e all’insegna della musica elettronica, i nomi sono tanti e sono anche di tutto rispetto: gli Atari Teenage Riot, gruppo di musica hardcore elettronica offlimits contraddistinta dalla presenza scenica esplosiva dei tre membri del gruppo; non è da meno la cantante degli Sleigh Bells, gruppo electro made in USA, tra arrampicate sulle strutture del palco e tuffi tra la folla. Il proseguire del festival è un continuo crescendo, solo per ricordarne alcuni: il dj inglese Duke Dumont, i Fuck Bottons, 100Names, i bosniaci Dubioza Kolektiv, Symbolone e per chiudere l’acclamatissimo Erol Alkan, maestro indiscusso della scena elettronica mondiale.
Il successo delle prime due serate, ha creato delle aspettative molto elevate per la serata conclusiva ed i nomi in programma non erano sicuramente da meno. In questo caso la scelta degli artisti e la loro ripartizione tra gli stage, combinava musica rock ed electro a seconda del gusto dello spettatore. Numerosi i gruppi locali, tra i quali, Father, The Orange Strips, My Buddy Moose e Aviljaneri; la programmazione prosegue con nomi di prima scelta: imperdibile il ritorno di Garcia plays Kyuss, storico leader del gruppo stoner americano, il quale ha riproposto i successi storici della band e ha attirato numerosi fans da tutta la Croazia.
Il tempo per prendersi una pausa non era previsto… in un altro stage iniziavano i Klaxons; il gruppo new rave inglese, dopo il successo del loro primo album Myths of the near future, si presentava al festival carico di aspettative; sono loro infatti l’ospite principale e l’affluenza del pubblico alla loro esibizione ne è la prova lampante. Un’ora di tempo per proporre i successi del loro primo album tra i quali anche le più famose Golden Skans e It’s not over yet, oltre ad alcuni nuovi singoli di prossima uscita. Loro mettono la musica, il pubblico e la cornice del festival fanno il resto.
Tutt’altra cosa è l’esibizione del gruppo surf rock croato Bambi Molesters caratterizzata da ritmi dove la chitarra domina con delle sonorità calde e coinvolgenti che riportano ad atmosfere degli anni sessanta, anche questo è Hartera. Intanto, nel main stage il gran finale all’insegna della musica elettronica era già cominciato. Dalla Germania arrivano i Moderat ed i Digitalism, due modi diversi di interpretare la musica: i primi hanno proposto ritmi lenti, profondi e cadenzati, mentre i secondi hanno chiuso il festival con la loro musica energica, a tratti minimale e caratterizzata da stacchi con ripartenze cariche di energia e coinvolgere il pubblico fino all’ultimo istante.
Il connubio tra musica, arte e intrattenimento ha portato alla realizzazione di un evento in grado di attirare, anno dopo anno, un pubblico sempre maggiore ed artisti sempre più importanti. La speranza è che il festival possa continuare a crescere nei prossimi anni e vedere sempre più strutture abbandonate a se stesse riutilizzate in maniera permanente per iniziative di questo genere: un messaggio alla città ed un esempio da prendere in considerazione.


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