ONE DIMENSIONAL KUBRICK

Non dovrebbe stupire che un regista d'eccezione come Stanley Kubrick sia anche un fotografo penetrante e godibile come si rivela negli scatti in mostra a Venezia, presso l'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti. Invece, si resta annichiliti e piacevolmente accarezzati nell'osservare la profonda leggerezza con cui Kubrick ritrare la realtà dell'America del dopoguerra. La mostra, curata da Rainer Crone, presenta al pubblico duecento inedite fotografie scattate dal giovane regista tra il 1945 e il 1950, pubblicate al'epoca per la rivista Look. L'immagine della realtà che Kubrick tratteggia grazie al mezzo fotografico è decisamente sintomo della sua futura sensibilità registica, apprezzabile nella ricerca condotta al limite tra finzione e reale, entro quella fessura d'ambiguità che incanta lo sguardo e la mente. Scatti puliti, in bianco e nero, diretti su soggetti il più possibile naturalizzati. Sequenze, storie spiate attraverso un obiettivo, colte nel disequilibrio quotidiano di vite maldestre e dolci. L'occhio straniato e straniante del giovane Kubrick rivela già la sua personale lettura di una realtà incoerente e spiazzante, ma proprio per questo affascinante. Ciò che intriga e di cui vive lo spirito attento del fotografo è l'esplorazione della depersonalizzazzione del soggetto, del distacco reso dal filtro fotografico che paradossalmente libera una carica esplosiva di verità. Otto sezioni ragruppano gli scatti d'autore, scelti tra i dodicimila conservati alla Library of Conrgess di Washington e al Museum of the City of New York. La favola di un lustrascarpe (1947) ironica e commovente storia d'immagini di un piccolo ragazzo di provincia che tenta di guadagnare qualche soldo lustrando le scarpe dei passanti; qui Kubrick ci porta sulle strade americane popolate da venditori di hot dog ambulanti, alla ricerca di un sogno di libertà assaggiato col pensiero. Il circo dietro le quinte (1948) che presenta una nutrita sequenza d'istantanee colte nell'accampamento di un circo ambulante, con gli animali feroci, i funamboli, i trapezisti e la donna cannone. Ritratti segnati dall'attenzione per il dettaglio, costruiti su un piano di realtà teso all'inverosimile e perciò stesso vero. Una debuttante rampante, Betsy von Fürstenberg (1950) che immortala la giovane attrice in svariate situazioni mondane, come se la macchina da presa la stesse seguendo nascosta (ma non troppo) nel suo straordinario quotidiano. Columbia l'università "esclusiva" di New York (1948), Michigan: un'antica università del Midwest (1949), entrambe propongono scatti di un ambiente accademico ma creativo, riprese di avvenimenti singolari, talmente unici da annullare la distanza tra lo spettatore e il fotografo, per fonderlo in un tutt'uno con l'immagine. Mooseheart, la città degli orfani (1949), raggruppa i volti di giovani bambini colti nella loro ingenua freschezza e diretta franchezza. 1948: nuove ricchezze e nuovi orizzonti di viaggio (1948) è forse la raccolta che più rimanda alle riprese cinematografiche; due amanti ritratti in differenti "set" romantici che inaspettatamente regalano volti attenti e sguardi ambigui, che ci lasciano punti di domanda sulla presenza più o meno preponderante del fotografo. Ironico e silenzioso il timbro di Kubrick s'imprime sulla pellicola gentile, che non tradisce l'aspettativa di chi osserva ammirato. Hot Dixieland Jazz (1950), ritrae musicisti di musica jazz nelle balere cittadine. Atmosfera ridente e sonorità calde. Crimini (1949), intriga l'occhio nella sequenza che rincorre il gesto fugace del poliziotto armato di pistola che sfodera l'arma dalla tasca dell'impermeabile. Mostra decisamente da non perdere, per tutti gli amanti di Kubrick e non solo. Soprendente. Visitabilie dal 28 agosto al 14 novembre 2010 presso l'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, Palazzo Cavalli Franchetti. Aperta tutti i giorni dalle 10:00 alle 19:00, ridotto studenti 7,50 € (che è abbastanza ma ne vale la pena), per tutti gli altri 9 €. Per altre informazioni e per un'antemprima di cosa vi aspetta visitate il sito www.mostrakubrick.it

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