AIDA COME SEI BELLA

Per la regia di Gianfranco de Bosio, la direzione di Daniel Oren e la coreografia di Susanna Egri, l'Arena di Verona ripropone nella sua splendida cornice l'Aida, per l'89°festival lirico.
L'opera, scritta da Giuseppe Verdi, venne rappresentata per la prima volta il 24 dicembre 1871 al l'Opera House del Cairo, con direzione di Giovanni Bottesini. Il successo fu clamoroso e lo stesso Verdi venne nominato commendatore dell'Ordine Ottomano. All'inizio del 1872 Aida debuttò anche alla Scala di Milano con un cast d'eccezione; il plauso del pubblico ne seguì naturalmente.
Il vice re d'Egitto, Ismail Pascià, avrebbe voluto che il compositore Verdi ideasse un'opera ad hoc per l'inaugurazione del Canale di Suez del 1869, proposta che l'italiano rifiutò. Verdi accettò però quella avanzata da Camille Du Locle, direttore dell'Opéra-Comique di Parigi, che assieme all'egittologo Auguste Mariette, ricercava un musicista adatto a comporre un'opera lirica dal soggetto egiziano. Nacque così l'Aida che, con libretto di Ghislanzoni, conquistò il pubblico dell'epoca al Cairo, e quello che oggi accorre nella favolosa Arena di Verona.
L'opera è un dramma in quattro atti e racconta della storia d'amore-morte fra Radames, condottiero egiziano, e Aida, schiava di origine etiope e figlia del re Amonasro, contro il quale Radames è in guerra. Quest'ultimo è promesso sposo della figlia del re egiziano, Amneris, la quale tristemente sospetta dell'amore clandestino tra l'amato e Aida. Il 18 giugno 2011 Verona si prepara alla prima dell'opera.
L'arena è gremita del pubblico che, ansioso e trepidante, attende d'inaugurare con le tradizionali candeline lo spettacolo verdiano. La pioggia accarezza più volte il palco e gli strumenti, che l'orchestra e l'efficiente equipe dell'arena prontamente riparano dalle intemperie. La sera non è ancora scesa ma le prime luci si accendono, e, nel cielo velato dalle nuvole, quasi sedici mila candeline brillano per l'Aida.
La pioggia si arresta e lo spettacolo inizia. La scenografia è piuttosto essenziale e classica: colonnati e praticabili riempiono geometricamente lo spazio del palcoscenico, rendendo apprezzabile la scena da differenti prospettive. Lineare, semplice ma razionale, la scenografia non appesantisce lo sguardo e permette agli artisti di muoversi liberamente nello spazio scenico.
L'atto I si svolge nella sala del palazzo del re egiziano Amonasro interpretato da Alberto Gazale che, elegante nei modi e dal canto moderato, si afferma come un baritono di tutto rispetto. Aida, impersonata da Miceala Carosi, ci si presenta da subito divisa tra l'amore per Radames e quello per il padre, nonché la patria. Tra i brani celebri del I atto si ricordi Celeste Aida.
La sera comincia a colorarsi di blu e la pioggia sembra essersi arresa a cadere. L'applauso fragoroso del pubblico accoglie quest'Aida con affetto e coinvolgimento. Dopo l'intervallo, il gong richiama il pubblico all'ordine e si comincia col II atto. Amneris, Giovanna Casolla dagli acuti impeccabili, induce Aida a confessare il suo amore per Radames insinuando la morte di quest'ultimo in battaglia. Rivelatasi, la schiava è minacciata dalla figlia del re e, proprio nel vivo del loro confronto, ecco risuonare le trombe che annunciano il rientro delle truppe vittoriose.
L'esercito egiziano entra in una regale e spettacolare parata, con danzatori e animali, colori e tessuti che inondano il palco trasformandolo in una reale cerimonia di vittoria. Ma nel bel mezzo del trionfo di gloria, la pioggia inizia fragorosamente a farsi sentire. Attori e musicisti scappano dal palco e portano in salvo strumenti e cavalli. L'Aida è interrotta. La gente attende bagnata ma fiduciosa. La luna nel frattempo è salita alta nel cielo e da lontano dei fuochi d'artificio riecheggiano nell'aria. Si ricomincia. Gong. La parata riprende trionfante sulle note della marcia Gloria d'Egitto, il pubblico la segue coinvolto battendo le mani quasi a sottolineare la sconfitta del maltempo.


Aida vede il padre tra i prigionieri etiopi e, senza rivelarne l'identità, gli corre incontro addolorata. Viene accordato il rilascio degli schiavi ma loro vengono tenuti come ostaggi. L'atto III ricongiunge infine Aida al padre, il quale la convince a estorcere informazioni tattiche a Radames, che per amore, cede. Amonasro fugge dunque con la figlia e lascia il diperato Radames, nonché Marco Berti solido tenore dalle doti incontestabili, consegnarsi come traditore al sommo sacerdote. Piove. Il cielo piange per il condottiero tradito dall'amore. Ma lo spettacolo deve continuare, ancora una volta.
Quasi all'una e mezza di notte comincia solenne il IV e ultimo atto che vede Radames processato e condannato a una morte atroce: la sepoltura da vivo. Aida, fedele in fondo al suo amore per l'egiziano condottiero, vorrà seguire il suo amante nella tomba e porre fine insieme a lui a tutte le sue pene. Ed ecco che sulle note del commovente duetto Morir! Sì pura e bella Radames e Aida dicono addio al mondo uniti nell'amore, come nella morte, al loro dramma. Non potendo vivere uniti nella vita gli amanti scelgono di condividere la passione nella morte, rendendo immortale il loro amore.

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