JMJ MADRID 2011

Partenza da Trieste in Pullman, destinazione Madrid. Io so le tappe nonostante non sia l'organizzatore. Cinque sono i pullman di Trieste, per un totale di 270 persone. Sono seduto vicino ad un paio di aspiranti preti e a qualche ragazza. Entriamo in Francia, tappa Avignone. Invadiamo subito la piazza centrale sotto il palazzo dei papi. Si va in giro e si conoscono francesi da Parigi, avignonesi, un signore inglese, coincidenza una coppia di triestini, olandesi, marocchini, polacchi di Gdańsk e una banda di italiane. Niente scandinavi. Tappa Lourdes, dopo due giorni di allenamento il francese è recuperato. Facciamo la processione con qualche ave Maria e si va a cena in un ristorante italiano. Tre, quattro dei negozi e ristoranti sono italiani, dove una piccola Margherita costa 9,00 €. Il giorno dopo, cinque minuti di preghiera difronte la “grotta famosa”. Ancora niente scandinavi. Si passa alla Spagna, e la prima tappa è Burgos, una cittadina tra Lourdes e Madrid di 300.000 abitanti piena di bella gente vogliosa di turisti. Ancora niente… Arrivo a Madrid. C’è la paura del caldo, io mi vesto abbastanza bene: pantaloni lunghi e camicia a maniche corte, blu-viola-bianca. Arriviamo all'ex aeroporto che si trova a 6 km dal centro di Madrid, dove sono attese 2.000.000.000 di persone. Entriamo nell’ex aeroporto, ed ecco gli scandinavi: subito intuisco la bandiera svedese, poi intravedo quella norvegese, gruppo di Oslo, e conosco due signorone finlandesi. Oltre agli scandinavi scopro che il secondo gruppo più numeroso dei volontari è quello polacco. Coincidenza, conosco gente di Düsseldorf, e 15 metri dopo di Köln (due città importanti tedesche che si trovano a pochi chilometri una dall'altra).
Arriva la sera e la pioggia per 10 minuti. Alcuni gruppi dormono, altri fanno festa. Il gruppo dei triestini dormiva troppo vicino ai WC per i miei gusti. Il mio obiettivo era di far festa e dormire su dell’erba sintetica che avevo intravisto in una zona dell’ex aeroporto, un rettangolo dalle dimensioni di un campetto di calcio. Alla fine ci riuscirò al terzo tentativo. Il primo posto che scelsi per dormire non andò a buon fine - infatti 15 minuti dopo avevo troppe formiche che mi navigavano per il corpo. Mi alzai per cambiare posto e incontrai nel buio di Madrid Alba, una ragazza spagnola che era venuta in visita a Trieste qualche mese prima per partecipare a un matrimonio tra uno spagnolo di Madrid e una triestina. Il secondo posto dove finii a dormire fu sotto la bandiera di Cuba. Dopo un'ora mi svegliai e andai verso il campo di erba sintetica dove c'erano due suore e gente mista tra italiani e spagnoli. Mi svegliai e conobbi una signorina svedese di Stockholm che vive nella zona Est, vicino al centro sopra all’isoletta Djurgården.
Impattai in messicani, irlandesi e portoghesi. Verso i pullman incontrai Ann-Kathrin col gruppo svedese di Malmö, parlammo della città e della Svezia. Infine incontrai nuovamente il gruppo di Gdańsk. La giornata seguente nuovamente a Madrid, nel centro, però nella piazza Cibeles, dove erano attese 200.000 persone, girando, incontrai una mia amica triestina in Erasmus a Barcelona che si trovava a Madrid col gruppo barcelonino e incrociai anche la barcelonina che vive a Nynäshamn, a 100 km a sud di Stockholm, conosciuta in Finlandia a Oulu un mese e mezzo prima per il matrimonio di mio cugino triestino con una ragazza spagnola sua amica. Coincidenza ero vestito con la maglietta finlandese blu e pantaloni bianchi, quindi finlandese al 100%, infatti potevo mimetizzarmi coi finlandesi non appena li incontrai. Di scandinavo conobbi anche qualcuno del gruppo norvegese e svedese, come la sorella di una ragazza che ho conosciuto al matrimonio di mia cugina a Trieste, che vive anche lei a Nynäshamn. Gli incontri non furono soltanto scandinavi, ma anche nord-americani, anche se "ovviamente" qualcosa di scandinavo lo avevano, nel senso che incontrai canadesi e una americana di Boston dai lineamenti sospetti, infatti era di padre svedese (bingo!) e di madre irlandese. Lì vicino c'era un negozio di moda svedese che mi tentava. Girando verso Sol, a Madrid, vidi donne di facili costumi, un sexy shop e una stanzina per fare sesso con video a 8 euro. Altra cosa basilare: in Spagna, come in Francia, non vendono le caramelle belghe Frisk, anche se in Francia è più giustificabile perché i belgi per i francesi sono come i poliziotti per gli italiani. In Italia invece le vendono dappertutto. Poi conobbi altri irlandesi, con i quali discussi prima della loro storia cattolica, anche se mi dissero di dimenticarla fastidiosamente; e poi, matematicamente, di James Joyce.

Ultima tappa da segnalare, Barcelona. Andiamo subito in spiaggia, un bicchiere di vino e, dopo Barceloneta, subito verso la Sagrada Família, dove per sbaglio ho incontrato una coppia di svedesi riconoscendone "il fantascientifico" suono della lingua. Il bello di Barcelona arrivò il giorno seguente: facemmo tutta la Rambla in gruppo, noi triestini. Lì, un signore rimase affascinato da noi; ma non solo lui, tutta la Rambla fu sorpresa del nostro festoso passaggio, cantando e ballando.
Questo signore fu l'unica persona incontrata a mostrare segni di conversione, al contrario dell'ateismo convinto e anticristiano incontrato fin là.

Samuele Miceli

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