VALENCIA

Hola chicas y chicos. Se, come è stato per me, vi state chiedendo se l'erasmus è un'esperienza piuttosto che un'opportunità per imparare una nuova lingua, conoscere nuova gente e perchè no evadere per un periodo da Trieste e dintorni, questo articolo potrebbe aiutarvi a prendere questa “difficile” scelta.
Si parla spesso delle differenti fasi che uno studente erasmus attraversa durante la sua esperienza: la prima e in assoluto la più difficile è l'adattamento, la seconda e più divertente inizia nel momento in cui realmente si capisce di vivere un'esperienza unica nel suo genere, la terza – alla quale non sono ancora arrivato – si dice essere quella in cui tornati in patria non si riesce più a tornare alla solita routine pre-erasmus.
Valencia è una città fantastica da questo punto di vista, il divertimento ti aspetta ad ogni angolo di strada. Il primo periodo si esce di casa per le 22,30 e ti ritrovi a dire ma che città morta, non c'è nessuno in giro, fino a quando arrivata l'1 non riesci nemmeno ad entrare in un locale per bere qualcosa e ti accorgi che in realtà è solo iniziata la serata. Non è uno scherzo, basti pensare che per andare in una discoteca qualunque non ci si entra prima delle 4 sennò rischi di ballare solo con i tuoi amici, le bariste e i buttafuori.
Un capitolo a sé va riservato all'alcol e qui voglio dare un consiglio a voi partenti, ricordate di mettervi in lista d'attesa per un fegato nuovo prima ancora di montare sull'aereo.
Sempre in questo periodo si inizia a fare i turisti. Si fa a gara con gli amici a chi ha visto più monumenti piuttosto che musei, bioparchi, oceanografici e chi più ne ha più ne metta. Valencia da questo punto di vista è una città che abbina l'antico, come torri risalenti ai tempi dei Mori, al moderno, come la Ciudad de las artes y las ciencias (città delle arti e delle scienze) una serie di edifici (il museo del Principe Felipe, l'hemisferic e il famoso oceanografico di Valencia) progettati e fatti costruire da Calatrava, l'architetto modernista famoso anche per aver progettato a Venezia il ponte che porta tuttora il suo nome.
Altro pregio di questa città è senza dubbio il lavoro svolto sul vecchio fiume Turia che attraversava la città. Fiume che è stato prosciugato per lasciare spazio ad un enorme giardino lungo circa 10 km dove i valenciani vanno a correre, giocare a calcio o a rugby nei molti campi creati ad hoc, a passeggiare ammirando le innumerevoli fontane che di notte assumono i più svariati colori oppure se il tempo lo permette a fare “botellon” (tipico ritrovo dove ognuno si porta da casa una bottiglia rigorosamente ripiena d'alcol e la sorseggia fino a terminarla insieme ai suoi amici che nell'arco della serata si moltiplicano “magicamente”).
Come non si può, inoltre, non parlare della spiaggia. Accanto alla struttura portuale di Valencia – per intenderci la stessa che questo febbraio ha ospitato la Coppa America di vela – inizia la spiaggia che prosegue interminabile a vista d'occhio, punto di ritrovo d'estate, il giorno per prendere il sole e farsi il bagno, la notte per i già citati botellon estivi.
In definitiva devo spezzare una lancia a favore della cucina spagnola. A parte l'assenza di pasta – problema arginabile cucinando in casa – i salumi, la carne e il pesce sono tra i più buoni che abbia mai mangiato, per non parlare della paella e le tapas (per chi non lo sapesse sono delle piccole porzioni di cibo che possono essere di pesce,carne o salumi).
Insomma se qualcuno era indeciso se fare o meno l'erasmus spero di aver sciolto qualche dubbio e il mio consiglio non può che essere sempre lo stesso "l'erasmus? S'ha da fare".

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