DANZA ORIENTALE: NON SOLO VENTRE

Ninnoli, tintinnii e donne mezze nude. La danza orientale, ribattezzata dall'occidente “danza del ventre” viene vista spesso come un ballo provocante e sensuale, a discapito di tutti gli sforzi delle professioniste della disciplina. Purtroppo essa è stata introdotta alle masse con le danze ammiccanti delle pin-up statunitensi, e l'idea erotica della danza del ventre persiste tuttora nell'idea collettiva. Forte di questo, Emanuela Suanno, un'eccellente ballerina di raqs el šarqī, appena ha messo piede in televisione si è messa una spada sul seno e poco dopo un coltello in bocca. È un po' come una ballerina di danza classica, avendo a disposizione solo tre minuti sul palco, facesse una lunga spaccata alzandosi sulle mani, e poi ballasse ammiccando al pubblico. Suona ridicolo, ma nel caso della danza orientale a livello telematico funziona, perché rafforza lo stereotipo che si ha su questa danza, cioè una specie di spogliarello dove non mancano i richiami sessuali. Non è raro che una danzatrice del ventre si senta fischiare dietro, ma con il tempo le cose cambieranno, come sono cambiate per tutte le altre ballerine e attrici, che un tempo venivano giudicate poco decorose dalla gente comune. Molte donne europee, da dieci anni a questa parte, si sono avvicinate alla danza del ventre, scoprendo uno sport rilassante e armonioso, ma anche impegnativo e complesso. I benefici della danza del ventre sono molteplici: ne giova la schiena, la circolazione del sangue, gli organi interni, è uno sport ottimo per partorienti e allevia i dolori mestruali, oltre a muovere ogni componente del corpo e a rafforzare la muscolatura di braccia e bacino. Il termine “danza orientale” è molto generico: sarebbe come cercare di definire tutto lo scibile danzereccio d'Occidente in “danza occidentale”. Per “danza orientale” si intende tutta la danza del Medioriente, quella che si tramanda di madre in figlia come le favole e le canzoni nella nostra cultura; è la danza araba classica, con posture eleganti e morbide, che derivano dai balli di corte; è il ballo di paese, dai movimenti più grossolani, con elementi zingareschi. I primi balli simili alla danza del ventre risalgono all'India del 1000 a.C., e sono arrivati nel Mediterraneo circa mille anni dopo: erano rituali propiziatori di culto alla Madre Terra. Attualmente è una danza che si basa sull'isolamento nel movimento delle diverse parti del corpo, il che pone l'accento anche sul ventre (da lì il nome occidentale). È adatta a qualsiasi età, dai bambini alle persone anziane (viene ballata da tutta la famiglia, nei paesi arabi), e non è una pratica esclusivamente femminile, anche se la maggioranza delle ballerine sono donne. Per esempio in Egitto la danza orientale maschile è molto diffusa, ne sono esempi i famosi maestri Yousry Sharif, Saad Ismail e Zaza Hassan. Il Baladī e il Ša'abī sono danze popolari, mentre il Šarqī è l'evoluzione di uno stile che apparteneva ai ceti alti. Fino al Novecento tutta la danza orientale è improvvisazione: poi in Egitto sono state adottate le prime coreografie, e anche la danza altolocata si è fatta più complessa, mischiandosi con quella popolare e adottando vari accessori e strumenti. La cultura occidentale è stata influenzata a più riprese da quella araba, e viceversa. Per esempio alcuni passi della danza classica si chiamano “passo egiziano” e “passo arabo”, mentre i classici campanellini e paillettes della danza del ventre sono di importazione occidentale. Adesso lo scambio culturale continua: in Europa e negli Stati Uniti la danza orientale è diffusissima, è una disciplina riconosciuta a livello sportivo ed è diventata un eccezionale luogo di sperimentazioni e fusioni. Evgeniya Kopteva è una ballerina russa che balla la danza del ventre su musica classica, le Bellydance Superstars americane fondono gli elementi della danza del ventre con quelli del Tribal e della cultura Gothic, Gaia Scuderi ballando sulle musiche di Hossam Ramzy mischia le tradizioni del flamenco con la danza del ventre, in un tripudio di musiche, ritmi, tecniche ed accessori di culture molto diverse tra loro. In Italia la danza del ventre ha avuto fortuna nell'ultima decade anche grazie alla mediaticità di una cantante colombiana che ad ogni video balla insistentemente la danza orientale.
A Trieste le prime maestre Naadirah e Maya Gaorry hanno fatto strada a una sfilza di scuole che hanno arruolato centinaia di signore, ragazze e bambine a ballare su ritmi arabi, tra veli e scarpette alla schiava. Cosa aspettate a provarla? Per un esempio di cosa sto parlando potete passare il 27 giugno alle 21 al Teatro Silvio Pellico di Via Ananian.

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